Lo scorso 10 gennaio il Consiglio dell’Agcom – l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – ha approvato all’unanimità una serie di regole pensate per assicurare il rispetto, da parte degli influencer, delle disposizioni contenute nel Testo unico sui servizi di media audiovisivi.
Come sottolineato in un comunicato stampa, l’Autorità è stata spinta a intervenire dal peso sempre maggiore dell’attività degli influencer, ma senza dubbio ha avuto un ruolo chiave anche il pandoro-gate che sta mettendo a dura prova la Chiara nazionale.
Le disposizioni sono indirizzate a tutti quegli influencer attivi in Italia che raggiungano almeno un milione di follower sulle piattaforme o sui social media dove producono contenuti e che abbiano superato un valore di engagement rate medio pari o superiore al 2%.
In sintesi, nel caso di contenuti con inserimento di prodotti, gli influencer di cui sopra sono tenuti a riportare una scritta che evidenzi esplicitamente la natura pubblicitaria del contenuto. Le nuove regole, inoltre, prevedono l’avvio di un Tavolo tecnico per l’adozione di un codice di condotta che definisca le misure a cui gli influencer si dovranno attenere.
Insomma, niente di nuovo sotto il sole. La necessità di segnalare l’attività di content marketing con finalità di branding attraverso la dicitura #adv era già stata stabilita dal Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale, 68ª edizione, in vigore dal 9 febbraio 2021, e dal Regolamento Digital Chart. Certo, l’hashtag era considerato necessario solo per i contenuti finalizzati alla vendita di un prodotto e non in casi di mera esposizione al pubblico o di attività finalizzate a creare buona reputazione, ma resta una misura già vista e sperimentata, che evidentemente non ha prodotto i risultati sperati.
E c’è un altro aspetto da considerare. Generalmente le aziende interessate a fare influencer marketing non si rivolgono alla Ferragni del caso ma a micro influencer, ovvero soggetti con un numero di follower che va dai mille ai centomila.
Il micro influencer è considerato un esperto all’interno di un particolare settore ed è costantemente in contatto con i propri follower. La sua forza è proprio la fiducia che instaura con loro e quindi la capacità di influenzarne le scelte. Per le aziende sono elementi fondamentali del digital marketing perché consentono di raggiungere grandi segmenti di pubblico in maniera relativamente economica, eppure vengono tralasciati dalle nuove regole dell’Agcom.
Cambierà qualcosa o siamo di fronte all’ennesimo caso in cui “si poteva fare meglio”?