Affidabilità dei contenuti, esperienze multisensoriali, potenziamento della customer experience, decentralizzazione, ricerca di una posizione all’interno del metaverso: sono alcune delle tendenze che caratterizzeranno i social media durante il prossimo anno, raccolte nel report Social Trends 2023 realizzato dalla piattaforma di monitoraggio del web Talkwalker. Le aziende che sapranno sfruttarle al meglio potranno incrementare l’efficacia della loro presenza online nell’anno in arrivo.
L’apocalisse dei cookie
Lo stop di Google all’utilizzo dei cookie di terze parti sul browser Chrome è previsto per il 2024 e l’attenzione dei consumatori alla privacy e al modo in cui i loro dati vengono utilizzati cresce costantemente. Le aziende dovranno trovare soluzioni in grado di rimpiazzare i cookie di terze parti e scommettere sui dati di prima mano di cui sono già in possesso: il monitoraggio dei social sarà essenziale per conoscere interessi, abitudini, stili di vita degli utenti e costruire la propria strategia sulla base di questi insight.
L’affidabilità dei contenuti sui social
La fiducia dei consumatori resta un fattore fondamentale: nel 2023 aumenterà la richiesta di affidabilità e autenticità a cui le aziende dovranno rispondere, anche attraverso i loro canali social. I brand dovranno mantenere le distanze da bufale, notizie non verificate o deepfake (media manipolati) che rischiano di compromettere la reputazione aziendale oltre a vigilare sulle informazioni condivise da content creator e influencer con cui collaborano.
I social network decentralizzati
Dalle impostazioni legate alla privacy fino al tipo di contenuti visualizzati nei feed, emerge la volontà degli utenti di avere maggiore controllo sull’esperienza che vivono sui social: generalmente, infatti, è il gestore che determina cosa può essere pubblicato, come conservare i dati, quale tipo di censura attivare…
Per il 2023 si prevede l’ascesa delle piattaforme decentralizzate che promettono ai propri iscritti più autodeterminazione. A questo proposito citiamo BeReal, il social “anti Instagram” che una volta al giorno, a un orario casuale, invia agli utenti una notifica che apre una finestra, attiva per soli due minuti, in cui è possibile pubblicare una foto di ciò che si sta facendo, con l’intento di catturare un’istantanea autentica e senza filtri della vita dell’utente.
L’esperienza multisensoriale
Gli sviluppatori si stanno dando da fare per rilasciare al più presto i primi social multisensoriali, in grado di stimolare anche altri sensi come il tatto. Nel frattempo le aziende potranno cercare di rendere sempre più immersive le esperienze social che offrono alle loro community scegliendo formati come video brevi e verticali.
I sondaggi sulle preferenze degli utenti mostrano che non ci sono formati considerati migliori di altri, quindi continueranno a cambiare nel tempo e i brand dovranno creare contenuti sempre innovativi per catturare l’attenzione dei consumatori.
Il social commerce
Il social commerce è un fenomeno da tenere sotto osservazione anche se in Italia le vendite tramite social media non hanno fatto presa come in Cina. Il boom di acquisti digitali – figlio della pandemia – e la ricerca di soluzioni che consentano di risparmiare, tuttavia, potrebbe spingere gli utenti a sperimentare di più questo genere di acquisti.
A livello globale, gli Stati Uniti mostrano il più ampio margine di crescita del social commerce, con un forte aumento delle conversazioni sul tema. Facebook, invece, è la piattaforma più utilizzata per il social shopping. In questo contesto i brand avranno spazio per espandere le loro capacità di vendita sui social, ma dovranno scegliere con cautela il mercato e la piattaforma.
La corsa al metaverso
Mentre Facebook si concentra su Meta, altri leader tecnologici come Microsoft stanno implementando la loro idea di metaverso. Chi ne uscirà vincente? A stabilirlo saranno i consumatori in base al grado di soddisfacimento dei loro bisogni. Per le aziende, la sfida più urgente è capire come sviluppare al meglio la propria voce nel – o nei – metaverso.
L’analisi predittiva
È già stata ampiamente utilizzata per valutare le sottoscrizioni di titoli o l’affidabilità creditizia, ma nel prossimo futuro sempre più professionisti del marketing e dei social media integreranno l’analisi predittiva nei loro processi. Il social listening potrà fornire i big data necessari in modo rapido e semplice mentre l’IA avrà il compito di adeguarsi per offrire previsioni accurate.
Parlare di sostenibilità sui social
Le emergenze che attualmente preoccupano di più gli utenti del web sono quella ambientale e quella legata al cambiamento climatico. Per far parte del flusso delle conversazioni, quindi, le aziende potrebbero dover parlare di sostenibilità. Diventa così fondamentale avere un piano di corporate social responsibility aggiornato e coerente con la propria storia e missione aziendale per evitare di provare a cavalcare il trend della sostenibilità in maniera superficiale e ritrovarsi a dover gestire vere e proprie crisi sui social.
I brand che faranno della sostenibilità la loro bandiera avranno la possibilità di conquistare fette di mercato maggiori, mentre i consumatori più esperti assumeranno posizioni di netto rifiuto se sospetteranno un ambientalismo di facciata.
La customer experience sarà sempre più social
Oggi i consumatori vogliono prodotti e servizi in tempi brevi, ma non tutte le aziende sono in grado di assicurare servizi rapidi ed efficaci. Per i brand diventa fondamentale rispondere rapidamente e con cura ai clienti che richiedono assistenza sui social riguardo ad acquisti non andati a buon fine, prima che ottengano visibilità all’interno delle community e diventino virali. Sarà quindi importante assicurarsi che la customer experience che i clienti vivono sui social sia soddisfacente come quella che vivono altrove.
La buyer persona lascerà il posto alle comunità
Il 2023 sarà caratterizzato anche dal progressivo superamento del concetto delle buyer personas. Oggi i consumatori sono troppo mutevoli, gli interessi e le motivazioni che li spingono all’acquisto sono troppo vari e differenziati per poter essere riassunti nel profilo, ideale quanto astratto, delle buyer personas “tipo” di ogni azienda. Per i brand sarà fondamentale conoscere l’ecosistema più ampio entro cui si muovono i loro possibili clienti. Per farlo potranno avvalersi della collaborazione di influencer e content creator tra quelli che godono di maggiore credibilità nelle singole community e che le stesse considerano come punti di riferimento.